In tema di carried interest, l’acquisizione delle azioni con diritti patrimoniali rafforzati deve essere accompagnata da un “esborso [monetario] effettivo” da parte dei manager, da raffrontare al patrimonio netto effettivo della società, da computarsi a valori correnti determinabili sulla base di apposite perizie di stima, tenendo conto anche dell’investimento effettuato dai manager o dai dipendenti. Su tale premessa l’Agenzia ha ritenuto che il progetto di investimento consistente nella conversione di azioni di categoria B in azioni di categoria D dotate di diritti patrimoniali rafforzati, non possa rientrare nella presunzione legale di cui all’art. 60, d.l. n. 50 del 2017, in quanto non è volto all’allineamento fra i manager e gli altri investitori in termini di interesse alla remunerazione dell’investimento e di rischio di perdita del capitale investito, essendo i manager/soci esposti a tale rischio nella medesima misura già prima della conversione di parte delle azioni detenute.