Sono senz’altro condivisibili i dubbi manifestati dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 120/2021, che mette in discussione l’aggio di riscossione, non solo in termini di proporzionalità, ma anche e prima nell’ottica di una giustificata e ragionevole sua previsione. Indubbiamente, l’aver reso il servizio di riscossione un servizio interamente pubblico, svolto da un soggetto pubblico, ha fatto venire meno le ragioni che potevano ammetterne la giustificazione in termini di remunerazione di un servizio, rendendo l’aggio un istituto ormai del tutto anacronistico, la cui irragionevolezza deve ritenersi riferita alla sua esistenza, prima ancora che alla sua entità. Occorre, allora, una riforma del sistema della riscossione che porti al definitivo superamento dell’aggio, che nel contesto attuale si pone come remunerazione sproporzionata di un servizio pubblico che, come tale, già grava sulle spalle dei contribuenti.